Il 2001 è l’anno dell’11 settembre: l’attentato alle Torri Gemelle di New York che causa quasi 3.000 morti. Una vicenda che segna uno spartiacque tra epoche, forse l’inizio di quella “guerra mondiale a pezzi” di cui parla papa Francesco, e il cui eco arriva anche al Barbarigo.
«Ogni religione… fonda le sue radici nell’Amore, in Dio stesso, con qualsiasi nome lo si chiami – scrive nell’editoriale del bollettino il rettore don Giancarlo Battistuzzi –; ogni altra interpretazione e storicizzazione è fuorviante ed è il frutto delle nostre chiusure, del male che sta dietro la porta di ogni buona intenzione: le guerre sono preparate, volute e dichiarate dagli uomini, non da Dio». La soluzione, secondo don Battistuzzi, non può che essere in un “nuovo umanesimo”, che metta di nuovo al centro la pace e la giustizia tra i popoli: «La globalizzazione… se non ha come fine l’uomo, è causa di nuova schiavitù per i più deboli e porta in sé i germi della distruzione e della morte».
Segue, a pagina 2, la testimonianza di Antonio Benin, ex allievo che vive e lavora a New York: «Quel giorno ero nel mio ufficio… giusto dall’altro lato della strada rispetto al World Trade Center. E devo dire che all’inizio non mi ero nemmeno reso conto di quanto stava accadendo e della drammaticità della situazione». Nel racconto di Antonio all’incredulità subentra presto il dolore, poi la rabbia, infine la speranza. «Sono sicuro che ben presto New York, pur ricordando quei terribili momenti, tornerà quella di una volta… – continua Antonio – Per quanto mi riguarda, ogni giorno penso a quanto sono stato fortunato e, se mi capita l’occasione, mi fermo per un po’ nella chiesa di Sant’Antonio da Padova che si trova in Houston street».
Intanto il Barbarigo va avanti deciso nella via dell’internazionalizzazione: nel corso dell’anno scolastico 2000-2001 l’Istituto collabora con scuole di otto diversi paesi europei (Olanda, Norvegia, Germania, Spagna, Romania, Slovacchia, Ungheria e Finlandia), prendendo parte a diversi progetti (storia romana e contemporanea, letteratura inglese, geografia, marketing) che coinvolgono le classi delle superiori. Per i ragazzi delle medie viene raddoppiato da quattro a otto il monte ore riservato alla lingua straniera, mentre per aiutare gli studenti nella conversazione vengono chiamati lettori madrelingua.
Parte intanto la scuola di musica al Barbarigo, erede della gloriosa tradizione musicale iniziata da don Floriano nel dopoguerra. La scuola d’arpa in poco tempo guadagna notevole prestigio grazie alla professoressa Maria Chiara Bassi, mentre per la cattedra di educazione musicale arriva il professor Davide Squarcina.
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