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(chiedere del preside)
Una delle nostre soddisfazioni più grandi sta nella serenità che il Barbarigo sa dare a studenti che s’inseriscono nelle nostre classi in qualche momento di difficoltà. Serenità che i ragazzi/e recuperano in breve tempo e si allarga a tutta la famiglia: “Finalmente si dorme di notte!”; “Ha ripreso a suonare… parte al mattino cantando” ed espressioni simili sono il segno tangibile del mutamento avvenuto.
Quando un/a ragazzo/a, specie nell’adolescenza, dà segnali di disagio per la scuola, non bisogna sottovalutarli né nasconderli sotto il tappeto del “tuo dovere da compiere”… A volte il ripetersi di situazioni difficili, con compagni o docenti, rende insostenibile il rimanere dove si è, provoca stati d’ansia con effetti fisici e psicologici vari, toglie la freschezza di vivere. I genitori attenti non trascurano questi segnali e, attraverso il dialogo con il figlio/a e l’eventuale aiuto di specialisti, cercano la via che permetta di riacquistare serenità e capacità d’impegno. I ragazzi vanno ascoltati e, talora, provocati a uscire dal riccio, a parlare e spiegarsi.
L’eventuale cambio di scuola non è mai facile, e non va affrontato alla leggera. Specie se gli studenti presentano due obiezioni: gli amici e la sconfitta. A chi dice “Se cambio scuola, perdo i miei amici” rispondo “I compagni cambiano, gli amici restano. Se non restano, perdi poco… e magari ne trovi altri, amici veri”. A chi vede nel trasferimento la sconfitta di lasciare il percorso iniziato rivolgo l’invito a confrontare i due piatti della bilancia: da una parte l’orgoglio (anche sano) di continuare dove si è con la fatica e il disagio evidenziati, dall’altra la prospettiva di un ambiente nuovo e rasserenante. “Vedi dove ti fa bene far pendere la bilancia…”. Proprio perché la scelta dev’essere soppesata e meditata.
Il Barbarigo, grazie alla sua comprovata attenzione a ogni persona, si propone come aiuto a studenti e famiglie in difficoltà scolastica, con la disponibilità ad accogliere ogni ragazzo/a “così com’è” e a seguire ciascuno con un’attenzione personalizzata, in dialogo costante scuola-famiglia. I molti sorrisi raccolti in questi anni incoraggiano a continuare su questa strada.
Al momento dell’iscrizione si presenta il volto della scuola, cioè la sua identità, la sua storia, la sua visione dell’educazione, la sua organizzazione, le attività extracurricolari, magari anche la struttura edilizia. L’accoglienza dell’alunno serve per anche stemperare ansie rispetto a un ambiente nuovo e per far intuire quante persone sono a servizio di un progetto educativo. Può essere l’occasione per una breve verifica dell’anno precedente (tanto più se ci s’iscrive a classi successive alla prima), richiamando difficoltà e successi, suggerendo indicazioni per fare meglio, puntualizzando eventuali incomprensioni o pregiudizi, incoraggiando ad affrontare le difficoltà che si prospettano, aprendo nuove linee di fiducia e di apprezzamento.
L’atto dell’iscrizione inoltre sancisce il patto tra la scuola e la famiglia, uno scambio di impegni, di collaborazione e di corresponsabilizzazione. Il processo educativo si fonda su un incontro fattivo tra famiglia e scuola, dove nessuno dei due soggetti può demandare all’altro il compito esclusivo dell’educazione.
Iscrivere uno studente on line indubbiamente evoca novità, modernità. Le tecnologie digitali, da anni al Barbarigo, si dimostrano molto utili per ottenere informazioni, certificazioni, pagelle, per conoscere in tempo reale i compiti assegnati, i risultati delle interrogazioni, il calendario delle attività scolastiche, per accertarsi che ogni ragazzo sia davvero arrivato a scuola… ma l’educazione non può ignorare il rapporto personale diretto.
La formula organizzativa della settimana corta, con le lezioni dal lunedì al venerdì e il sabato libero, è già da anni uno stile della nostra proposta didattica.
La settimana corta intende favorire una serena programmazione degli impegni sportivi (meno assenze per chi al sabato fa sport) e familiari, facendo emergere potenzialità nuove dalle settimane dei ragazzi.
Gli orari scolastici e le assegnazioni del lavoro pomeridiano (compiti per casa) sono programmati in modo tale da favorire la gestione oculata e “per tempo” dello studio personale e dell’approfondimento culturale, anche in ottica di imparare a studiare con modalità universitarie.
Dal Regolamento d’Istituto (approvato dal Consiglio d’Istituto il 3 giugno 2010):
“Da un punto di vista amministrativo, è dovuta la retta intera del mese in cui avviene l’inserimento dell’alunno e del trimestre in cui avviene il trasferimento o il ritiro”.
La domanda per il nulla osta va presentata al dirigente scolastico della scuola alla quale si è attualmente iscritti, avendo cura di corredarla di una spiegazione adeguata. Secondo la legge infatti (art. 4 del R. D. 653 del 1925) il nulla osta non può essere negato, se la domanda è debitamente motivata.
Va ricordato che la richiesta di nulla osta pone in essere un procedimento amministrativo che, in quanto tale, è assoggettato alle norme della L. 241/90 sulla trasparenza dell’attività della Pubblica Amministrazione: quindi si può sempre chiedere di conoscere a che punto è lo stato di avanzamento della pratica, anche facendone richiesta scritta con diffida a provvedere entro 30 giorni (in caso di mancata risposta entro il termine è addirittura possibile procedere a una denuncia per omissione di atti d’ufficio). L’eventuale rifiuto del nulla osta, che deve sempre essere scritto, è ricorribile innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale.
Particolare attenzione viene riservata agli studenti delle prime classi della Secondaria di secondo grado (superiori), come nella circolare ministeriale 96/2012 a proposito delle iscrizioni 2013/14: “Qualora i genitori di alunni minori, iscritti e frequentanti classi del primo anno di istruzione secondaria di secondo grado, chiedano, nel corso dei primi mesi dell’anno scolastico, il trasferimento a diverso indirizzo di studi della stessa o di altra scuola, essendo mutate le esigenze educative dei propri figli, le istituzioni scolastiche, dopo attenta valutazione delle singole situazioni e anche in relazione a recenti orientamenti giurisprudenziali, concederanno il relativo nulla osta, rispettando così la facoltà dei genitori di scegliere liberamente il corso di studi ritenuto più confacente alle attitudini e alle aspirazioni del minore”.
Parlare con il dirigente scolastico mostrando di avere informazioni precise e di essere convinti delle proprie scelte e sicuri delle proprie argomentazioni, spesso può evitare antipatiche situazioni.
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