Negli archivi del Barbarigo il 1955 si segnala soprattutto per un consistente numero monografico del bollettino d’Istituto, 67 pagine impresse come d’abitudine nella tipografia dell’attiguo seminario. Ci sono almeno due ragioni per festeggiare: la prima è che il 2 giugno dell’anno precedente, il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, su proposta del ministro della pubblica istruzione Gaetano Martino, ha insignito il rettore mons. Zannoni della medaglia d’oro per meriti culturali.
Una soddisfazione non da poco per tutta la scuola: succeduto nel 1945 a mons. Brotto, mons. Antonio Zannoni reggerà il Barbarigo fino al 1967, con piglio fermo ma anche con grande capacità di dialogo con i ragazzi. Quella di Zannoni è una vita completamente dedicata all’educazione, soprattutto nei collegi vescovili della diocesi di Padova: dal 1906 al 1922 insegna lettere e lingua francese nel Collegio di Thiene, mentre nel 1922 il vescovo Pellizzo lo manda a fondare il Collegio Atestino a Este, dove istituisce l’istituto tecnico, un liceo classico e una scuola di avviamento professionale. Nel 1926 riapre, in una nuova sede, il Vescovile di Thiene per volontà del vescovo Dalla Costa, assumendo allo stesso tempo la gestione delle scuole medie comunali. Molto attivo in Italia nella promozione della scuola cattolica, tanto da essere nominato presidente onorario della Federazione Istituti di Attività Educative (FIDAE), sarà lui ad aprire al Barbarigo l’Istituto Tecnico Commerciale (Ragioneria) nel 1953 e il Liceo Scientifico nel 1963. A mons. Zannoni è oggi dedicata l’aula magna dell’Istituto, dove continua a campeggiare il suo ritratto.
Proprio per festeggiare l’onorificenza a mons. Zannoni, studenti, famiglie ed ex studenti decidono di donare il mosaico con l’immagine della Madonna del buon soccorso, a cui il rettore è particolarmente devoto: viene inaugurata l’8 dicembre 1954 – in occasione del centesimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione – nel chiostro strapieno di persone alla presenza del vescovo Girolamo Bortignon. “L’immagine venerata è stata voluta nel cuore dell’Istituto – riporta il bollettino del 1955 –; visibile a quanti vi entrano: è la dichiarazione d’un programma, d’una finalità nel lavoro dei preposti, nella fatica dei docenti, nel nostro lavoro quotidiano. Se entrerete nel Barbarigo dopo completati i vostri studi, dopo avviati nella professione, avanzati negli anni e nella vita, il vostro sguardo si poserà su quella immagine, susciterà in voi i pensieri più salutari, vi farà ritornare migliori, più pensosi di voi, delle vostre famiglie, come uno dei più cari ricordi della vostra giovinezza. È situata all’ingresso della sede delle Scuole: vi dirà che anche la Scuola è una cosa sacra…”.
Il lavoro, che viene a costare, tra disegno tasselli d’oro e di smalto, cornice e messa in opera, quasi 300.000 lire, viene eseguito dal prof. Gregolin dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, su cartone del prof. Canella ispiratosi a un dipinto del Giambellino. E ancor oggi la Madonnina del Barbarigo, recentemente restaurata con il contributo dell’Associazione ex Allievi dell’Istituto, è lì ad abbracciare studenti, professori e visitatori: tutti coloro che passano sotto il suo benevolo sguardo.
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