Un anno, un bollettino: 1976

Un anno, un bollettino: 19762019-04-03T22:21:33+02:00

Il 1976 è l’anno del terremoto in Friuli, che la sera del 6 maggio 1976 provoca quasi un migliaio di vittime: al Barbarigo si organizza una raccolta di fondi per i terremotati, che poi vengono fatti pervenire ai bisognosi tramite l’arcivescovo di Udine mons. Alfredo Battisti, originario di Padova e per anni vicario generale della diocesi.

Dal punto di vista religioso, è l’anno successivo al Giubileo – a cui naturalmente ha partecipato anche una delegazione del Barbarigo guidata da don Floriano Riondato, come documenta il bollettino – ma anche l’anno della beatificazione di padre Leopoldo Mandić. A proposito del quale al Barbarigo si conserva una memoria particolare: il prof. Francesco Muggia, una delle colonne della scuola e vicepreside del classico, ha conosciuto personalmente il religioso. A lui si sente particolarmente obbligato perché, durante una sua malattia, alla moglie che si mostrava molto preoccupata padre Leopoldo aveva detto: “Non si preoccupi, Signora, non può morire il padre di quattro figliuoli”. E difatti a distanza di anni “il prof. Muggia oggi è ancora giovanilmente vegeto alla età di 78 anni, sempre presente nella scuola, dove ha insegnato per 46 anni lettere classiche”. A p. 26 il bollettino, “con il significato di un ex-voto di riconoscenza”, riporta una fotografia del prof. Muggia a Lourdes insieme a padre Leopoldo e ad altri, nel 1934.

I ragazzi delle Medie impegnati in ricerche e laboratori

Per il resto la vita della scuola scorre tranquilla, con le questioni grandi e piccole di ogni scuola in ogni tempo. Ci si pone ad esempio il problema se continuare a premiare gli studenti migliori dell’anno: pare che siano diversi a pensare che si tratti di una “discriminazione” verso gli altri allievi. Alla fine la soluzione scelta è di compromesso: dare il premio solo agli alunni delle classi della scuola media e del biennio, anche perché quelli del triennio sarebbero “meno sensibili ad un tale riconoscimento”.

Non sempre le dinamiche sono di contrapposizione: un gruppo di studenti che si qualificano “democratici” propongono nell’Assemblea del Liceo Classico di gestire la biblioteca dell’Istituto. Con generosa dedizione si prestano per riordinare i libri e inserire i nuovi acquisti provenienti dal soppresso Collegio Atestino e per provvedere, nelle ore di consultazione, alla consegna e alla registrazione. Così la biblioteca diventa più agibile come servizio sociale della scuola. “Anche questa prestazione fa parte della ‘democrazia’ – conclude il bollettino –, che deve essere soprattutto servizio agli altri nella comunità”.

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