Un anno, un bollettino: 1969

Un anno, un bollettino: 19692019-04-13T17:08:19+02:00

Nel 1968, un anno dopo aver lasciato l’incarico di rettore, muore a 85 anni mons. Antonio Zannoni. Succeduto nel 1945 a mons. Brotto, è stato un vero protagonista degli anni della ricostruzione, non solo per il Barbarigo. Uomo dalla forte personalità, fu particolarmente attivo nella promozione e difesa della scuola cattolica, tanto da essere nominato presidente onorario della Federazione Istituti di Attività Educative (FIDAE). A lui oggi è dedicata l’aula magna dell’Istituto, dove il suo ritratto campeggia con un’espressione seria e al tempo stesso affettuosa.

Il notiziario del 1969, uscito in marzo, è praticamente un numero monografico dedicato alla sua figura: dal ricordo del successore, mons. Mario Martin, fino ai saluti e le condoglianze giunte da tutta Italia. “Tutta la vita sacerdotale di Mons. Zannoni, tolta qualche parentesi, si svolse entro le mura e al servizio dei nostri Collegi Vescovili, che è quanto dire al servizio della scuola e dei giovani”, disse nell’omelia il vescovo Girolamo Bortignon, sempre molto attento alla scuola e in particolare al Barbarigo, nel corso dei funerali in cattedrale tenutisi il 13 novembre 1969.

In particolare, il bollettino riporta il testamento di mons. Zannoni, scritto nel 1959 e poi modificato nel 1968: “Non ho beni materiali di cui disporre – scrive –: nelle strettezze economiche in cui vive la Scuola Cattolica, mi sono riservato la soddisfazione di rinunciare a suo favore quanto di stipendio mi poteva da essa spettare”. Fino all’ultimo i suoi pensieri sono per la ‘sua’ scuola: “Le mie vesti prelatizie restino al Collegio Barbarigo, che me ne fece omaggio alla mia nomina a Canonico”; all’Istituto vanno anche un calice e i libri del sacerdote, mentre “se ci sarà del denaro, vengano devolute L. 100.000 ai poveri di Valstagna”, e il resto in parti uguali viene lasciato all’Università Cattolica del Sacro Cuore e al Barbarigo. “Non mi serberanno meno grato ricordo i fratelli se nulla resti loro di eventuali somme di mia proprietà… – conclude monsignor Zannoni – Mi perdoni Iddio se nell’ansito di dare ad altri, poco ho pensato all’anima mia”.

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