L’editoriale del Preside – Notiziario dicembre 2023

Addobbi natalizi, negozi con neve di polistirolo, abeti in plastica e luci ovunque annunciano che si è messa in moto la macchina commerciale, alimentata dalle prossime festività. D’altronde, secondo i dati della Camera di Commercio, metà degli acquisti dei beni di consumo di tutto l’anno si concentra in questo periodo.

Per dirla con gli esperti di marketing, il Natale rappresenta il brand più importante che esista. Evoca infatti valori di fortissima attrazione per ogni tipo di cliente: amore e pace. Così la slitta di Babbo Natale scivola su di essi, come sulla neve più immacolata.

Amore nelle varie colorazioni e sfumature: il rosso della passione, il bianco degli affetti famigliari, l’arancio dell’amicizia, il celeste della fratellanza universale. Pace nelle diverse dimensioni della vita: nelle relazioni personali, nei rapporti sociali, nella convivenza civile, nel mondo intero.

Perciò se andiamo oltre i colori della Coca Cola o le frasi mielose dei Baci Perugina, ci accorgiamo che Natale è la rappresentazione più efficace di profondi desideri dell’animo umano.

Immaginiamo allora, seppure per un momento, di spegnere le luci delle vetrine, di chiudere gli altoparlanti, di svuotare i negozi. Immaginiamo di vivere nel silenzio e nella sobrietà il Natale, come spazio dello spirito che cerca amore e pace.

Qualcuno dirà che si tratta di un puro ideale. Certamente, ma di ideali per cui vivere abbiamo bisogno in un mondo nel quale le guerre sono sempre più diffuse; il mancato rispetto degli equilibri naturali sta rendendo invivibili intere aree del pianeta; le diseguaglianze economiche e sociali tra gli esseri umani sono sempre più esplosive, mentre nuove pandemie si annunciano. Sembra lo scenario che Giovanni nell’Apocalisse descrive mediante la narrazione dei quattro cavalieri venuti a devastare la terra: “Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame, con la peste, con le fiere della terra”.

L’evangelista Luca, descrivendo la nascita di Gesù, narra che un coro di angeli canta: “Gloria nei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Una frase che di recente è diventata pace in terra agli uomini amati dal Signore, nella preghiera del Gloria che fa parte della liturgia eucaristica.

Non entro nel merito delle due diverse traduzioni, che comunque mi sembrano adatte ad esprimere il doppio messaggio che il Natale ci consegna.

Il primo è che gli uomini di buona volontà sono tutti coloro che vogliono il bene del prossimo, credenti e non credenti. Ad essi è affidata la pace, perché la portino nel mondo, tessano relazioni ed edifichino strutture di pace.

Il secondo riguarda quanti credono che il bambino, nato a Betlemme, sia figlio di Dio. Costoro sono certi di essere amati dal Signore ed è nel suo nome che devono essere nel mondo testimoni di pace e di amore.

A tutti Buon Natale!

Giovanni Ponchio, preside

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