Un anno, un bollettino: 1972

Un anno, un bollettino: 19722019-04-13T17:11:44+02:00

Anno 1972, e anche nel bollettino del Barbarigo arrivano a pieno titolo gli anni ’70: lo si nota dalla foto più grandi, dalle pose più naturali e audaci, dai capelli più lunghi anche per i maschi e dalle barbe.

Anno d’ingresso delle ragazze alle superiori del Barbarigo, e don Cristiano Bortoli prova a tirare le somme sulla “coeducazione”: «loro (le ragazze) sono poche, appena quarantadue su novecentoundici ragazzi, e  possibilmente stanno fra loro, un po’ arroccate e in difesa, le maggiori invece più disinvolte e sicure, ma fanno tutte parte del paesaggio umano del Barbarigo: se non tornassero più mancherebbe qualcosa». Certo non è stata una novità da poco, soprattutto nei primi giorni, poi poco a poco ci si è fatta l’abitudine: «l volti delle nuove arrivate che attiravano sguardi, commenti o silenzi incantati, il loro smarrirsi di fronte ad una marea invadente maschile, poi la normalità, il ritmo delle cose che, anche le più nuove, rientrano nel quotidiano muoversi della vita».

Trattandosi del Barbarigo, non mancano ovviamente le occasioni per eseguire e ascoltare buona musica: ad esempio i fratelli Antonio e Francesco Carraro, ex-allievi dell’Istituto, professori di flauto traverso e di oboe, offrono un magnifico concerto di musica da camera ai professori della scuola, al Comitato Scuola e Famiglia e agli alunni. In maggio si tiene il saggio musicale della Scuola Media, assieme a quello della scuola di danza della maestra Paola Agostinetto. Il tutto, racconta l’articolo del «Gazzettino» di Padova del 18 maggio 1972 riportato nel bollettino, organizzato secondo il copione di uno spettacolo di rivista intitolato Melodie di Sogno, curato dal regista e pittore Giovanni Longo, di fronte a un pubblico in un continuo crescendo di entusiasmo e simpatia verso i giovanissimi artisti.

Si parla anche di Alberto Verza, docente di arte alle medie e allo scientifico, nonché notevole pittore e disegnatore, allievo all’Accademia delle Belle Arti di Venezia del grande maestro Bruno Saetti. Alcune opere di Verza 8deceduto a fine 2017) sono ancor oggi ammirabili presso l’Istituto.

Nell’anno si costituisce spontaneamente nella scuola un gruppo giovanile missionario. I ragazzi raccolgono fondi con i loro concerti a favore delle missioni in Brasile, sensibilizzano gli altri studenti sul problema della lebbra nel mondo parlando ai più piccoli durante le ore di religione, raccolgono scatoloni di medicinali da inviare alle missioni d’Africa, ottengono che per il gruppo e tutti i volonterosi e simpatizzanti venga quotidianamente celebrata la S. Messa alle otto del mattino prima della scuola, raccolgono e vendono pro missioni giornalini e riviste… «Chissà se in avvenire – si chiede l’estensore dell’articolo – non maturerà anche qualche vocazione missionaria?». La risposta viene dai registri scolastici: nel 1972 conseguì la maturità classica al Barbarigo un certo Ezechiele Ramin.

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