Un anno, un bollettino: 1999

Un anno, un bollettino: 19992019-05-05T22:51:39+02:00

A ottant’anni dalla sua fondazione l’Istituto affronta un’importante trasformazione in ordine alla didattica, annunciata nel suo editoriale dal rettore: “Si tratta di una vera rivoluzione – scrive don Giancarlo Battistuzzi –, che segue ed in parte precede le emergenti esigenze della scuola italiana”.

La nuova impostazione, che interessa una ventina di docenti e l’équipe psico-pedagogica dell’Istituto, prevede il coinvolgimento attivo dello studente nella fase di apprendimento. C’è inoltre un profondo rinnovamento delle attrezzature: in particolare, viene allestita una nuova aula informatica per le attività di studio e di ricerca, oltre che per la realizzazione di software didattici che siano frutto della collaborazione tra ragazzi e insegnanti. Non si tratta di novità di poco conto, dato che tra l’altro comportano l’adozione per gli allievi del tempo continuato, dalle 8.15 alle 16.30, e di conseguenza l’abolizione dei compiti per casa e l’organizzazione per il pranzo insieme, visto come un positivo “momento comunitario”.

È evidente che la scuola punta molto sul progetto, che viene illustrato il 20 ottobre 1999 nel teatro del Barbarigo alla presenza del sindaco di Padova Giustina Destro, del vicario generale della diocesi mons. Mario Morellato e del vicario per la catechesi mons. Franco Costa, oltre che di una rappresentante del provveditorato.

Accanto alle innovazioni, l’Istituto rimane comunque orgoglioso della sua tradizione educativa, espressa ad esempio dall’importanza data all’insegnamento della musica. In particolare la scuola e l’ensemble di arpe, fondati dalla professoressa Maria Chiara Bassi auspice don Floriano, sono da qualche anno un fiore all’occhiello: due delle 16 allieve vengono premiate, assieme ad altri studenti del Barbarigo impegnati rispettivamente nel sax e nella tromba, nell’ambito di una rassegna che si tiene annualmente a Viareggio. Un ambiente così ricco e connotato musicalmente che anche l’Orchestra di Padova e del Veneto non disdegna di esibirsi nel teatro del Barbarigo “per la suggestività dell’architettura, la resa acustica e il pubblico qualificato che la frequenta”.

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