Un anno, un bollettino: 1953

Un anno, un bollettino: 19532019-04-06T11:22:49+02:00

“… Un cicalio, un gridio … Cento piedi risuonano sul pavimento della scuola. Chi dà l’ultima ‘letta’ al compito, chi copia in fretta quello del vicino, chi mastica in piedi la lezione, ballando sulle gambe cogli occhi alzati al cielo. Corrono libri saluti pugni. Entra il Professore”.

L’allievo Antonio Ometto ci fa entrare direttamente nell’atmosfera di una classe del Barbarigo. Sono due i bollettini che escono nel 1953: il primo in maggio e il secondo l’8 dicembre, in occasione dell’Immacolata, e sono i più antichi del nostro archivio. Quello che si presenta dalle pagine di 64 anni fa è un mondo diverso da quello attuale: certamente più povero e con ferite non ancora del tutto rimarginate dopo il conflitto appena concluso (che ovviamente ha toccato anche il Barbarigo), ma allo stesso tempo anche più ottimista, fiducioso e per certi versi scanzonato.

Dei due fascicoli il primo, intitolato ‘anime e volti del Barbarigo’, ospita soprattutto scritti di allievi ed ex allievi: “Nel primo numero di questo Bollettino vogliono tacere le voci dei Maestri”, scrive il rettore mons. Antonio Zannoni. Lo stile è quello dell’epoca: alle nostre orecchie può risuonare aulico, ma mantiene comunque gli echi di una giovinezza vissuta 64 anni fa. “Perché non risonate ancora, o mura della scuola, dei baci e delle benedizioni che v’ho dato? – scrive quasi in un accesso leopardiano l’ex allievo Giuseppe Carraro – Perché non mi tenete ancor chiuso nell’ampia vostra prigione, o imposte care, donde solo potevo liberar lo sguardo, per contemplare una pezza dell’infinito e scintillante cielo?”. Gli risponde in una sorta di dialogo a distanza l’ex allievo di classe Wolfango Dalla Vecchia, musicista e compositore, poi docente al conservatorio di Venezia dal 1961 e direttore del conservatorio di Padova dal 1971 al ‘74: “Noi abbiamo avuto veramente degli ‘educatori’, non degli ‘insegnanti’… Vedo il Barbarigo come una buona vecchia ‘marca di fabbrica’: una di quelle vecchie buone marche, magari un po’ care, e per i genitori e per i ragazzi, ma che danno garanzia”.

Il secondo fascicolo è invece dedicata all’attività della scuola, con sezioni dedicate alle sezioni scolastiche dell’Azione Cattolica (circa 130 iscritti nel Collegio tra juniores, pre-juniores e aspiranti) e della San Vincenzo. Nel bollettino viene data inoltre notizia dell’apertura della sede staccata della scuola Media all’Arcella, in seguito alle richieste di molte famiglie del quartiere padovano. Non può ovviamente mancare una nutrita sezione sportiva, dove tiene banco il sonoro 4-0 inflitto al Tito Livio in uno scontro calcistico. Chiude “L’inchiesta sul cinema”, con le recensioni e le osservazioni dei ragazzi. “Quel che importa non è svolgere dei programmi – è la frase riportata nel frontespizio del primo fascicolo, da attribuire probabilmente al rettore – ma svolgere degli uomini; se uomini sono entro la crisalide di questi giovanetti”.

Torna in cima