Al Barbarigo l’8 dicembre è sempre stato un giorno particolarmente importante: tradizionalmente infatti durante l’Immacolata, assieme a quella della “celeste patrona del Collegio” si celebrava anche la festa della Scuola. Quel giorno gli allievi migliori ricevevano una pergamena, mentre i neodiplomati tornavano nella loro scuola per farsi imporre la feluca da goliardi dal rettore o dal vescovo.

Per questo all’inizio degli anni ‘50 studenti, famiglie ed ex studenti donarono all’Istituto il mosaico con l’immagine della Madonna del buon soccorso. Un’immagine a cui il rettore Zannoni era particolarmente devoto e che venne inaugurata l’8 dicembre 1954 – in occasione del centesimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione – nel chiostro strapieno di persone alla presenza del vescovo Girolamo Bortignon. “L’immagine venerata è stata voluta nel cuore dell’Istituto – riporta il bollettino del 1955 –; visibile a quanti vi entrano: è la dichiarazione d’un programma, d’una finalità nel lavoro dei preposti, nella fatica dei docenti, nel nostro lavoro quotidiano. Se entrerete nel Barbarigo dopo completati i vostri studi, dopo avviati nella professione, avanzati negli anni e nella vita, il vostro sguardo si poserà su quella immagine, susciterà in voi i pensieri più salutari, vi farà ritornare migliori, più pensosi di voi, delle vostre famiglie, come uno dei più cari ricordi della vostra giovinezza. È situata all’ingresso della sede delle Scuole: vi dirà che anche la Scuola è una cosa sacra…”.

Il lavoro, che costò, tra disegno tasselli d’oro e di smalto, cornice e messa in opera, quasi 300.000 lire, venne eseguito dal prof. Gregolin dell’Accademia di Belle Arti di Venezia su cartone del prof. Canella, ispiratosi a un dipinto del Giambellino. E ancor oggi la Madonnina del Barbarigo, recentemente restaurata con il contributo dell’Associazione ex Allievi dell’Istituto, è lì ad abbracciare studenti, professori e visitatori: tutti coloro che passano sotto il suo benevolo sguardo.

Dal bollettino del 1973: “Il Vescovo Mons. Bortignon impone il berretto goliardico, con i colori della Facoltà teologica, alla matricola Ezechiele Ramin. Compiuti brillantemente gli studi classici presso il nostro Collegio, Ramin, che ha sempre dimostrato vivo interesse per i problemi religiosi e sociali, si è fatto chierico: ora studia teologia nell’Istituto dei Missionari Comboniani di Firenze“.

Dal bollettino del 1970: Mons Mortin in un momento di spensieratezza assieme ai “suoi” neodiplomati.

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