Foto: Radames Fiorotto, Photolike.it

È già passato un anno, ma resta viva nella nostra memoria l’udienza che papa Francesco ci ha concesso il 23 marzo 2019, in occasione delle celebrazioni per il centenario dell’Istituto.

Un momento di altissima emozione e di grande gioia per la familiarità con cui Francesco ha risposto alle domande dei ragazzi, per il tempo dedicato a salutare e ad ascoltare le persone, per l’energia che ha comunicato a tutti i presenti.

Non perdete la passione – disse un anno fa Francesco agli allievi del Barbarigo, accompagnati dai loro familiari, dai docenti e dal personale della scuola diocesana –; i giovani devono essere inquieti, non da divano, e appassionati. È brutto incontrare giovani appassiti. Una vita senza passione è come una pasta in bianco senza sale”. “Come sapere quello che Dio sogna per te? – ha aggiunto il Papa – La prima cosa è pregare: non come i pappagalli, ma con il cuore. E osare: giocatevi tutto, non fate scelte ‘da laboratorio'”.

Oltre 1.300 partecipanti vennero da Padova. L’arrivo del Papa fu preceduto dalle musiche dell’Ensemble d’arpe Floriana e da un momento di introduzione condotto da Sara Melchiori, capoufficio stampa della Diocesi di Padova, durante il quale diedero la loro testimonianza gli ex allievi Marco Marin, campione olimpico di scherma, l’imprenditrice Giorgia Caovilla, l’ambasciatore Giorgio Novello e don Vito Di Rienzo, giovane prete della nostra diocesi. Anche il vescovo Claudio nel suo indirizzo di saluto al papa ripercorse alcuni tratti dell’identità del Barbarigo, “scuola cattolica, scuola cattolica diocesana, scuola cattolica diocesana per il territorio”.

La mattinata con Francesco resterà sempre nella storia dell’Istituto come un momento di riflessione e di ringraziamento. Per questo successivamente all’incontro abbiamo continuato a riflettere e a meditare sulle parole del papa, pubblicate integralmente nel magazine dell’Istituto e riprese settimanalmente anche nel diario distribuito quest’anno a tutti gli studenti.

Video con le testimonianze degli allievi del Barbarigo, le musiche dell’Ensemble Floriana e la preghiera del Vescovo Claudio

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