Torna il notiziario bimestrale dell’Istituto, con un numero monografico interamente dedicato al modo in cui la comunità del Barbarigo sta affrontando l’emergenza pandemia, tra tante difficoltà e altrettanti fatti che ci fanno ben sperare per il futuro dei nostri ragazzi. Di seguito pubblichiamo l’editoriale del rettore: per leggere gli altri articoli scaricate il pdf del notiziario

UN’ESPERIENZA CHE RICORDEREMO

Ricorderemo per tutta la vita un anno scolastico così, una Pasqua come quella del 2020. E quante cose vengono in mente pensando a voi ragazze e ragazzi del Barbarigo, alle vostre famiglie, ai docenti che continuano a far lezione pur con la scuola chiusa… Per evitare lungaggini, scelgo soltanto due argomenti.

Primo, la tecnologia che rende prossimi: era un gioco, poco più, oggi torna a essere ciò per cui è nata, cioè un mezzo per comunicare e aprire spazi di relazione e conoscenza. Poter rivedere i compagni di classe, parlare a distanza con i professori: non era mai successo finora, almeno per moltissimi studenti. La tecnologia non è più il fine (= giocare, fare scherzi…), è tornata a essere mezzo per le relazioni, per l’aiuto. Grazie alle lezioni on line non ci si sente soli, si può rimanere connessi con una persona che vuole il vostro bene (proprio insegnando e chiedendo applicazione!) e con i compagni. Dall’altro lato della medaglia, quanto mancano gli abbracci e i sorrisi… e l’autobus per venire a scuola, le partite e gli allenamenti, le uscite in centro. Non siamo fatti per vivere nel “distanziamento sociale”! Quando torneremo alla vita normale, potrà essere tutto come prima?

Il secondo motivo di riflessione viene dalla preghiera fatta da papa Francesco venerdì 27 marzo in piazza San Pietro: un evento di portata simbolica straordinaria, con un’eccezionale audience mondiale e grandissima emozione. Spero che anche voi siate stati tra gli oltre 17 milioni di italiani a seguire la preghiera e le parole del Papa. Dal suo discorso ricavo qualcosa per noi tutti: “Ci chiami, Signore, a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. (…) Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai”.

E qui trovo già pronto l’augurio di Pasqua, accompagnato dalla preghiera: che tutti possiamo scegliere ciò che davvero conta nella vita e lasciare ciò che passa, che davvero invitiamo e accogliamo Gesù risorto nelle barche delle nostre vite, che impariamo a volgere al bene tutto quello che ci capita. E allora sarà una Pasqua indimenticabile, giorni che segneranno in bene la nostra vita!

don Cesare Contarini

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