Ha aperto scuole e ospedali in Brasile, dando un futuro a migliaia di ragazzi e divenendo una figura tanto amata e rispettata che alla sua morte, il 5 giugno 2015, il parlamento federale di Brasilia interruppe i lavori per osservare un minuto di silenzio. Eppure a Padova, sua città di origine, non tutti conoscono ancora la figura di padre Umberto (Humberto per gli amici di lingua portoghese) Pietrogrande, gesuita e grande figura di missionario ed educatore.

Anche per colmare questa lacuna, particolarmente grave in un momento in cui con il sinodo gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull’America Latina, martedì 29 ottobre 2019, alle ore 18:00 presso il teatro dell’Istituto (parcheggio da via Seminario 5/A), si tiene una serata incentrata sulla sua figura, alla presenza delle autorità scolastiche, cittadine e associative e di una delegazione brasiliana con alcuni giovani che hanno frequentato le sue scuole.

Nato nel 1930 da una famiglia numerosa (11 fratelli) ma benestante (il padre Rinaldo è notaio e antifascista), Pietrogrande frequenta il Collegio Vescovile Barbarigo fin dagli anni delle elementari e qui si diploma. Dopo la laurea in giurisprudenza entra nella Compagnia di Gesù e viene mandato in Brasile, dove rimarrà per oltre 50 anni. Nello stato dell’Espirito Santo, caratterizzato da una forte presenza di immigrati veneti e friulani, istituisce le prime Efas (Escolas famílias agrícolas), scuole rurali gestite in collaborazione con le famiglie nelle quali si pratica la pedagogia dell’alternanza: un esempio che in seguito verrà replicato  in tutta l’America Latina. Intanto a Padova fonda nel 1967 l’Aes-CCC (Associazione degli amici dello Stato brasiliano dell’Espírito Santo – Centro di collaborazione comunitaria), ancora attiva dopo cinquant’anni nel promuovere l’interscambio tra Italia e Brasile e promotrice della serata.

In seguito il gesuita sarà mandato dai suoi superiori nello stato del Piauì, e anche qui si dedica instancabilmente a fondare scuole e un ospedale, determinato a promuovere lo “sviluppo integrale della persona” sulla scia dell’Enciclica Populorum Progressio di Papa Paolo VI. Oggi a quasi cinque anni dalla morte le due realtà che ha fondato in Brasile, Mepes e Funaci, impiegano centinaia di docenti e contribuiscono all’educazione e all’elevazione sociale delle fasce più povere del Paese. Un altro concittadino che come Ezechiele Ramin (anch’egli allievo del Barbarigo) è oggi amatissimo in Brasile.