«Domani ricorre il 1° maggio, universalmente riconosciuta come festa del lavoro e dei lavoratori a partire dal 1889, quando si scelse questa data per ricordare la lotta per la rivendicazione dei diritti fondamentali degli operai di Chicago nel 1886 e il triste epilogo di quell’evento, con la morte di numerose persone.

Questa data è anche l’occasione ogni anno per ricordare quanto la nostra Costituzione sancisce a proposito del lavoro, sul quale è fondata la nostra Repubblica (artt. 1 e 4), in cui traspare anche la visione che del lavoro ha sempre dato la Dottrina sociale della Chiesa, ricordandoci che il lavoro è un diritto inalienabile della persona e, al contempo, risposta al proprio essere parte della società umana, alla cui crescita ciascuno è chiamato, nei limiti delle sue possibilità. Gesù stesso ha lavorato nella bottega di Nazareth, tanto da essere chiamato il “figlio del carpentiere”, Giuseppe che i cristiani hanno scelto di onorano proprio il primo maggio, come “San Giuseppe lavoratore”».

Don Lorenzo Celianimatore spirituale del Barbarigo.

GIOVEDÌ DELLA PAROLA 30/04/2020, TESTO COMPLETO (PDF)