Tutto forse avrebbe immaginato, tranne forse di diventare un personaggio dei fumetti: invece anche questo è successo al vulcanico padre della Caritas italiana, tra i protagonisti nel dopoguerra non solo della Chiesa italiana, ma anche della vita civile del Paese.

A sette anni dalla morte Giovanni Nervo: Carità e giustizia, il volume da poco pubblicato dall’editrice padovana BeccoGiallo (112 pagine, 16,50 euro), ripercorre una vita densa come poche: dalla partecipazione alla Resistenza all’impegno per la formazione e l’educazione, il volontariato e la solidarietà. Potenza dei fumetti e del loro linguaggio trasversale adatto a grandi e piccini.

Il percorso di mons. Nervo durante la seconda guerra mondiale si incrociò con il Collegio Vescovile Barbarigo, dove il sacerdote risiedeva e insegnava e che venne trasformato in una stamperia clandestina e un centro della Resistenza a Padova. Successivamente ci furono l’apostolato nelle Acli e nell’Onarmo (Opera nazionale di assistenza religiosa e morale degli operai), la creazione nel 1951 della Scuola superiore di servizio sociale di Padova e nel 1964 della Fondazione “Emanuela Zancan”.

Nel 1971, su incarico della Conferenza episcopale italiana, fonda la Caritas Italiana: di essa Nervo sarà il primo presidente e in seguito vicepresidente fino al 1986, affrontando in prima linea emergenze come il terremoto in Friuli (1976) e quello dell’Irpinia (1980). Ma l’azione di mons. Giovanni Nervo ha segnato tantissimi altri campi, dal servizio civile all’immigrazione: in tutti ancora oggi è ben visibile la sua traccia e per il Barbarigo è un orgoglio ricordarlo, a 101 anni dalla nascita.

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